La scuola post lockdown è cominciata e ancor prima di iniziare non sono mancate valanghe di discussioni e comunicazioni sulle regole da seguire.
Per qualcuno sono arrivati i banchi monoposto per altri sono in arrivo, ma la regola principale è essere schermati, igienizzati e soprattutto “mantenere le distanze” !
Guai se un alunno chiede in prestito una penna o un foglio dimenticato, per non parlare poi della merenda!
In quanto professore ti trovi a dover mettere in pratica tutta una serie di strategie per far rispettare le regole del distanziamento, ma allo stesso tempo senti di togliere qualcosa di importante ai tuoi alunni: la possibilità di condividere.
Non poter condividere o toccare l’altro ha effettivamente delle ripercussioni sulle relazioni e quindi sullo stato di benessere individuale. Quando condividiamo infatti oltre a condividere l’oggetto condividiamo le emozioni che questa condivisione determina. La risposta emotiva ad una condivisione è portatrice di benessere così come lo è spesso il toccare l’altro.
Condividere o toccare e stare vicino ad un altro permette infatti di:
-
Consolidare il legame con l’altro e/o il senso di appartenenza al gruppo.
-
implementare la comunicazione
-
esplicitare le emozioni
Mai come durante l’adolescenza si ha bisogno del corpo per entrare in relazione dell’altro, dunque la sensazione di togliere qualcosa di importante non è poi così sbagliata.
Come uscirne dunque?
La soluzione non è chiudere un occhio di fronte ad un abbraccio o permettere la condivisione di una merenda ( pena la condivisione di “cose” indubbiamente meno piacevoli) ma dare invece ampio spazio alla condivisione di pensieri ed esperienze. Favorire la strutturazione di spazi e lavori in cui diventi centrale la condivisione di pensieri. Condividere opinioni in un contesto protetto è infatti una strategia sostitutiva che può aiutare i ragazzi a sentirsi meno distanti, almeno emotivamente, dall’altro.
Aiutare i ragazzi in questo lavoro di condivisione “ a distanza” li aiuterà a sentirsi parte del gruppo , a sentirsi più vicini fino a quando non potranno tornare serenamente a darsi il cinque o, meglio ancora a tenersi serenamente per mano.