Se immaginassimo un mondo senza paura, sarebbe senz’altro un mondo in assenza di vita poiché la paura, è quello stato di attivazione che permette a tutti gli esseri viventi di adoperarsi per proteggersi dal pericolo e dalla morte.
L’ansia, figlia della paura, è uno stato di attivazione dell’organismo simile alla paura ma in assenza di un oggetto, cioè in assenza di un pericolo tale che le dia senso di esistere.
Se l’attivazione comincia con la percezione del pericolo e finisce con la sua cessazione, l’ansia non subentra.
Se invece perdura per qualche motivo, “come se” ci fossero stimoli pericolosi continuativi, allora si parla di ansia.
Benché tale fenomeno rappresenti una risorsa per l’individuo, poiché risulta efficace in molti momenti della vita ad esempio per proteggerci dai rischi, mantenendo lo stato di allerta, per migliorare le prestazioni (ad es., sotto esame), può diventare un limite quando eccessiva, ingiustificata e costante…perché se un cioccolatino è buono, un chilo diventa dannoso.
Che cos’è l’ansia
L’ansia è uno stato emotivo, caratterizzato da sentimenti “scomodi” e poco tollerabili che si presentano con stati di preoccupazione totalizzante accompagnati da sintomi fisici difficili da controllare.
Come si manifesta l’ansia
Negli adolescenti si manifesta principalmente con preoccupazioni relative agli impegni scolastici o alle prestazioni in generale, come gli impegni sportivi o gli impegni sociali.
Può essere presente una tendenza al perfezionismo che genera uno stato di tensione, che può causare o un impegno eccessivo in attività o comportamenti di evitamento.
L’adolescente può manifestare l’ansia attraverso comportamenti di varia natura: con atteggiamenti di sfida, con stati di significativa irritabilità o con momenti di chiusura e isolamento.
L’adolescente ansioso vive costantemente un vago sentimento d’oppressione, associato ad un atteggiamento di attesa di un avvenimento vissuto come spiacevole ed imprevisto.
Spesso l’angoscia trova espressione attraverso il corpo, sotto forma di sintomi somatici, come cefalea, vomito, dolori addominali o agli arti, oppure può diminuire la capacità di attenzione e manifestarsi distrazione e svogliatezza.
A partire dalla preadolescenza (11-12 anni) l’angoscia si esprime anche attraverso crisi di collera, atteggiamenti di continua richiesta, alterazioni comportamentali.
In questo periodo della vita quando si è “ansiosi” i sintomi possono essere più numerosi e forti, il sonno può tardare ad arrivare, può essere difficile entrare in relazione con altri ragazzi/e come te e puoi soffrire molto nel vederti limitato nelle cose che prima facevi con facilità e, da quando l’Anisa è sopraggiunta, non riesci più a fare come prima.
Quando si può parlare di disturbo d’ansia
Si può parlare di disturbo d’ ansia se i sintomi sotto elencati si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno sei mesi.
– ansia e preoccupazione eccessive riguardo ad innumerevoli eventi o attività della vita quotidiana (scuola,lavoro)
– difficoltà nel controllare la preoccupazione
– sintomi quali: irrequietezza, tensione, facile affaticabilità, difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria, irritabilità, tensione muscolare, alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, sonno inquieto)
-l’ansia, la preoccupazione, o i sintomi fisici causano un grande disagio o impediscono un buon funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.
Cosa fare
E allora il nostro intento è cercare di ritrovare l’oggetto perduto e cioè cercare di ritrovare l’antico pericolo e domandarsi cosa ci vuole comunicare l’ansia.
Potremmo chiederci:
Se immaginassi il mio mondo privato senza ansia cosa sarei costretto a prendere in considerazione?
Se immaginassi la mia esistenza senza ansia quali situazioni dovrei affrontare?
Se immaginassi le mie scelte senza ansia quali responsabilità dovrei assumermi?
Se non fossi ansioso cosa potrebbe succedere?
L’ansia diventa, quindi, lo spazio entro il quale ritrovare parti di sé accantonate, risorse messe in disparte, potenzialità recise, possibilità interrotte…la bussola che ci indica la direzione da seguire, con cautela, rispetto e coraggio.
Se ti appare arduo compiere questo processo da solo puoi contattarci, troverai un esperto a tua disposizione.
C.B.
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