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Compiti…ne parliamo?

Compiti…ne parliamo?

compiti

Con i ragazzi di questa età l’argomento svogliatezza va affrontato con molta pazienza.
L’adolescenza è un periodo delicato della vita. E’ il momento in cui ci si mette alla prova, si sperimenta e, soprattutto, ci si confronta e tutto questo è decisamente faticoso a fronte anche di grandi cambiamenti fisici in atto.
Se hai un figlio adolescente, già saprai che è difficile spronarlo a studiare.
La maggior parte dei teenager non ha bisogno di aiuto per dedicarsi a quello che preferisce: giocare, fare shopping o uscire con gli amici. Ma, quando arriva il momento di fare i compiti, dare loro una spinta può fare una grande differenza.
Ecco alcuni suggerimenti che ti daranno una mano a motivare tuo figlio.
Prova a capire perché tuo figlio non vuole fare i compiti. Le ragioni per cui un adolescente è restio a fare il proprio dovere sono molte. È assorbito da altre attività? Non fa che pensare alle uscite con gli amici? O magari è ossessionato da un videogioco? Qualunque sia la causa, conoscerla è il modo migliore per sviluppare un piano. Ricorda che è necessaria molta fiducia per collaborare…fagli capire che ti fidi di lui.
Considera i fattori emotivi. Alcune situazioni potrebbero richiedere comportamenti diversi. Gli incarichi difficili spesso vengono tralasciati a causa di un problema motivazionale. Anche l’ansia può contribuire, infatti la paura di non andare bene a scuola paradossalmente può paralizzare l’impegno. Se credi che i fattori principali non siano la pigrizia e la distrazione, ti conviene parlare con tuo figlio per sviscerare i suoi problemi.
Portagli i compiti. Ti sembrerà ridicolo, ma può funzionare. Gli adolescenti sono pigri per natura. Può essere ancora più difficile convincerli a fare i compiti se loro sono comodamente seduti sul divano. A volte i teenager dimenticano i propri compiti semplicemente perché non li hanno sotto mano. Come si dice, lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Ricorda che i compiti non sono l’unica priorità. Per gli adolescenti, gli amici e gli hobby sono quello che conta davvero. I compiti sono un prodotto collaterale della scuola, che non piace a nessuno. Senza ombra di dubbio, tuo figlio avrà degli amici che non fanno mai il proprio dovere, e questo può esercitare un’influenza negativa. Dimostragli che può essere cool e, allo stesso tempo, avere buoni voti. Non deve scegliere una cosa o l’altra. Ribadisci il concetto raccontandogli di quando tu andavi a scuola, dei compiti in classe ai quali prendevi brutti voti e di quello che avresti dovuto fare a casa ma che non facevi. Queste storie non dovrebbero incoraggiarlo a seguire il tuo esempio, bensì a spingerlo a vederti con occhi diversi, sapendo che alla sua età eri proprio come lui.
Discuti delle conseguenze. Se ha intenzione di uscire con i suoi amici, non ripetergli in continuazione che dovrebbe fare i compiti prima. Deve però sapere che, se dovesse prendere un brutto voto, non potrà vedere i suoi amici fuori dalla scuola per una settimana. Lo stesso vale se vuole dedicarsi a un’altra attività. Può fare quello che preferisce, ma a certe condizioni.
Usa delle tecniche positive per guidarlo. Gli adolescenti possono sentirsi amati in maniera condizionata, cioè pensano che i genitori li approvino solo quando fanno un buon lavoro. Ciò può causare depressione e amarezza. Prova a essere il più positivo possibile. Se tuo figlio si rivolge a te e ti dice di aver commesso un errore, per esempio ha preso un brutto voto a un compito in classe, o qualcosa sulla stessa linea, sii comprensivo. Ha avuto bisogno di molto coraggio per rivolgersi a te, nonostante il nervosismo. Più dimostri di non pensare che sia un problema irreparabile, più probabilità avrai che tuo figlio parli regolarmente con te.
Fallo iniziare. Sembra ovvio, ma non è tanto semplice quanto potresti pensare. Invece di ordinargli di filare a fare i compiti, accompagnalo davanti al computer o alla scrivania e siediti con lui. Non arrenderti né andare via. Siediti anche tu, al suo fianco, intervieni nel suo spazio personale finché non aprirà i libri o il portatile e comincerà a lavorare. Osserva per assicurarti che inizi davvero. In alcuni casi gli adolescenti hanno bisogno di una semplice spinta. Una volta che avrà cominciato, puoi andartene e lasciare che continui.
Non avere aspettative impossibili da soddisfare, tuo figlio non deve essere perfetto. Nel caso dimentichi di fare certi compiti o di completare determinati progetti, questo non vuol dire che sia irresponsabile, ma che è un adolescente. Non importunarlo ogni due minuti (leggi oltre per saperne di più), ma inviagli dei promemoria mostrandoti di buonumore. Usa il tuo senso dell’umorismo per ricordargli dei suoi impegni, senza parlarne in maniera diretta. Indica i quaderni, fai il mimo, scrivi un bigliettino e lasciaglielo sulla porta o sulla sedia.
Sii paziente. Devi cercare di essere gentile e deciso. Un comportamento del genere è molto più efficace degli scatti d’ira o delle ramanzine. Invitalo a scrivere un programma di studio…gli adolescenti sono molto più inclini a seguire un piano che hanno stabilito da soli.
Occupati specificamente di ogni problema, che può essere la pigrizia, la noia, il peso delle responsabilità sociali o il consumo eccessivo dei mezzi di comunicazione.
Se tuo figlio è pigro, chiedigli di alzarsi e di fare qualcosa che adora per qualche minuto. Una volta che sarà in piedi, potrebbe diventare molto più facile spingerlo ad avvicinarsi alla scrivania e dedicarsi ai compiti.
Se tuo figlio detesta una materia, digli che lo aiuterai a fare gli esercizi o a studiare. Chiedigli che tiri fuori libri e quaderni e sedetevi sul divano, dove potete lavorare insieme. Innanzitutto, valuta la comprensione di tuo figlio. Spiegagli quello che non capisce. Chiedigli di risolvere due o più esercizi da solo, ma con te presente, poi allontanati gradualmente.
Se tuo figlio avverte una certa pressione sociale e dunque pensa che sia necessario uscire con i suoi amici e dedicarsi ai suoi hobby, lascialo fare. Come abbiamo già affermato, un adolescente non dà la stessa importanza di un adulto ai compiti. Tuttavia, prendi un accordo con lui: a qualsiasi ora rincaserà, dovrà portare a termine gli esercizi da consegnare il giorno dopo. Oltre all’accordo, dovete avere un piano d’azione. La maggior parte degli adolescenti farà del proprio meglio per non deluderti, per loro l’importante è avere la possibilità di uscire con gli amici.
Se tuo figlio è seduto davanti al computer, ma sta semplicemente navigando in rete o facendo altro, chiedigli di alzarsi. Qualora dovesse rifiutarsi, insisti e fagli spegnere il PC. Offriti di accompagnarlo al centro commerciale per comprare qualcosa che ti chiede da tempo, il che fa sempre esultare di gioia gli adolescenti, o invitalo a mangiare un gelato. Non deve essere una lunga uscita, ma lasciarlo allontanare dalle distrazioni del computer può fare la differenza.
Siediti e rilassati. Gli adulti responsabili non necessariamente sono stati adolescenti responsabili. Ricordi quei giorni in cui a te succedeva la stessa cosa? Permetti a tuo figlio di imparare dai propri errori, questo è eccellente per motivarlo. In ogni caso, segui il suo progresso per assicurarti che gli sbagli commessi non lo portino su una cattiva strada.
Per affrontare, quindi, questa fase difficile la prima chiave da usare è quella del il dialogo. Accompagna tuo figlio emotivamente e cognitivamente. Aiuta tuo figlio a smaltire le emozioni negative quando ha la sensazione di non farcela e metti nel suo zaino emozioni pulite, forti: ‘Guarda i progressi che hai fatto, ce la puoi fare’. Chiedigli di raccontare cosa ha imparato a scuola e che idea si è fatto rispetto a un dato argomento.
Impegnati anche a non trascurare i segnali non verbali che ti comunica con il corpo e con gli atteggiamenti. La tendenza all’isolamento già all’inizio della scuola media, un rapporto scorretto con il cibo, la mancanza di stimoli e interessi, sono tutti segnali che non devono essere trascurati.
E quando non si riesce a rompere i silenzi, non serve a nulla colpevolizzarsi; meglio rivolgersi a un esperto. Uno psicologo o uno psicoterapeuta può aiutare i genitori a prendere in mano una situazione difficile.

C.P.