Cosa sono le emozioni?
Le emozioni sono state definite come delle reazioni affettive, in genere brevi ma intense, che insorgono all’improvviso in risposta a degli stimoli ambientali che per un qualunque motivo ci colpiscono.
La differenza che le contraddistingue dai sentimenti è che questi ultimi non dipendono da uno stimolo esterno ma dai nostri interessi, dai nostri valori, dalle influenze del nostro contesto culturale, persistono nel tempo, indipendentemente dalla presenza vicino a noi di ciò che ci attira.
Ad esempio, possiamo considerare emozione l’attrazione che proviamo alla vista di un bel ragazzo o di una bella ragazza, ma appena la persona si allontana da noi, la nostra reazione emotiva si attenua per poi sparire.
Gli psicologi hanno diviso le emozioni in primarie e complesse.
Le emozioni primarie sono sette: la paura, la rabbia, la tristezza, l’accettazione, il disgusto, l’attesa e la sorpresa. Dalla combinazione di queste sette emozioni derivano tutte le altre.
Le emozioni si sentono e, a volte, … si vedono!
Le emozioni, quando compaiono in noi, provocano una serie di reazioni a livello vegetativo, psichico e somatico.
A livello vegetativo, le emozioni si fanno sentire attraverso l’accelerazione del battito cardiaco, l’aumento della pressione, l’alterazione della salivazione, la secrezione da parte delle ghiandole e la modificazione della conduttanza cutanea. Ovviamente le risposte vegetative non possono essere viste ad occhio nudo, ma possono essere misurate attraverso apparecchiature speciali.
A livello psicologico le emozioni possono produrre momentanei cambiamenti. In una persona molto emozionata, ad esempio, si può ridurre la capacità di autocontrollo e di ragionare in modo logico e critico.
Le risposte somatiche alle emozioni consistono nell’arrossire, tremare, sudare, respirare più velocemente e la pupilla può cambiare le sue dimensioni, pertanto possono essere direttamente osservate.
Le persone esprimono inoltre le emozioni attraverso la mimica del volto, la postura del corpo ed il linguaggio.
Le emozioni sono universali…e le reazioni?
Immaginiamo un ragazzo che per la prima volta viene salutato dalla ragazza più carina della scuola. Come potrebbe essere la sua reazione?
Probabilmente, se è piuttosto timido, arrossirà, il cuore inizierà a battere forte e per qualche istante, che a lui sembrerà eterno, cercherà di valutare qual è la cosa migliore da dire, per poi farsi uscire un “ciao” di una tonalità diversa da quella abituale.
E tu cosa faresti in questa situazione o se, casualmente, incontrassi il tuo ragazzo/a abbracciato a qualcuno che non sei tu?
Non c’è una risposta universale. Ognuno di noi ha un modo del tutto personale di reagire agli eventi, anche in relazione alla personalità ed alle esperienze di vita.
A cosa servono le emozioni?
In primo luogo le emozioni ci spingono ad agire. Agire all’esterno o all’interno di noi stessi, ricercando quelle situazioni che ci fanno provare emozioni positive e fuggendo quelle che ci fanno provare emozioni negative, operando un cambiamento sulla realtà o su noi stessi quando le cose non vanno proprio come noi desideriamo.
La paura ci aiuta ad evitare il pericolo, che sia fisico o psicologico. La rabbia ci permette di superare i nostri limiti ed aumentare le probabilità di raggiungere i nostri obiettivi e far valere i nostri diritti. La tristezza ci permette di conservare le nostre energie di fronte a situazioni immodificabili. Ci abbattiamo, ci “arrendiamo” e così possiamo rivolgere la nostra attenzione altrove. Il disgusto ci aiuta a distinguere quelle situazioni che potrebbero nuocerci.
L’Emozione “sbagliata”?
L’utilità delle emozioni consiste nel permetterci di valutare nell’immediato se uno stimolo ci sorprende, ci piace oppure no, se può esserci utile o dannoso ed infine, se siamo in grado di affrontarlo o se è meglio allontanarsi da esso.
Generalmente dunque le emozioni funzionano da bussola per il nostro “agire”, ma alcune volte capita di provare emozioni quando sembra non essercene alcun bisogno. Perché? Vediamo pericoli lì dove non ci sono, crediamo che i nostri diritti siano stati calpestati anche quando ciò non accade, crediamo di non poter far nulla per cambiare le cose ancor prima di provare ed abbiamo pregiudizi degradanti su diverse situazioni solo perché così siamo stati abituati.
Queste emozioni “incongruenti” sono spesso la causa di una sofferenza psicologica, che è importante prendere in considerazione in quanto campanello di allarme di qualcosa che ha bisogno di essere compresa e ricollocata .
Studi sempre più numerosi evidenziano l’importanza di riuscire a comunicare le proprie emozioni, sia verbalmente che attraverso la gestualità del corpo. L’incapacità nel farlo costituisce un vero e proprio disturbo che può essere il responsabile dell’origine di diverse patologie. La tensione generata dalle emozioni inespresse può portare infatti ad assumere comportamenti nocivi per la salute in quanto tentativi di alleviare diversamente tale disagio.
C.P.