I tic si manifestano con molta frequenza durante l’adolescenza.
Il tic è una contrazione involontaria di uno o più muscoli ripetuta in maniera inconsulta.
É un gesto breve, convulso, può essere sia un movimento riflesso, sia un gesto automatico della vita quotidiana.
Alcuni esempi di tic sono:
–Tic facciali (sono i più frequenti): tic delle palpebre (ammiccare, sgranare gli occhi); corrugare le sopracciglia, tirare su col naso, arricciare il naso.
–Tic vocali: suono abbaiante: “hop, hop…”. La persona ne ha coscienza e il tic diventa per lui un’ossessione. Per tentare di scongiurarne la comparsa egli cerca di fare qualcosa sul piano motorio, come per esempio battere sul tavolo.
–Tic locali: (leccarsi le labbra, bofonchiare, sputacchiare, raschiarsi la gola, ecc…).
–Tic gestuali: sono gesti stereotipati, con movimenti di estensione e di contrazione che interessano gli arti o anche tutto il corpo.
I tic possono essere:
-Transitori: quando hanno una durata inferiore a un anno. Questi sono tipici proprio dell’infanzia e dell’adolescenza.
-Cronici: quando la durata del fenomeno supera 1 anno.
Le cause dei tic sono ancora poco conosciute e si pensa a cause genetiche e neurobiologiche. Se le cause fisiologiche sono escluse, però, è probabile che ci siano delle motivazioni psicologiche che vanno esplorate.
Da questo punto di vista il tic potrebbe avere una funzione di sfogo motorio che ha il valore di uno scarico di tensione in certe situazioni, o essere la manifestazione di un disturbo ossessivo-compulsivo o d’iperattività. Molte volte l’adolescente vive una situazione di disagio o ansia che non riesce a esprimere in altro modo e trova sfogo nel tic.
I tic creano nel ragazzo che lì vive molto imbarazzo e disagio. Egli cercherà di controllarli, ma con risultati opposti a quelli cercati: i tic si amplificheranno!
Durante l’adolescenza questo crea altri problemi: sentimenti di vergogna, frustrazione, timidezza, umore depresso, difficoltà nella socializzazione col gruppo dei pari (per la paura di essere derisi, rifiutati, presi in giro) con la conseguenza di ritiro sociale e di chiusura.
Un percorso psicologico in questi casi è necessario. Rivolgetevi a dei professionisti della salute mentale: psicologi e psicoterapeuti. Il ragazzo può essere facilitato a scaricare ed elaborare delle tensioni o delle sofferenze di cui non è ancora consapevole e può essere supportato rispetto ai “disagi secondari” che i tic creano.
Se sentite la situazione “pesante” anche per voi, non esitate a chiedere un sostegno, potete parlare delle difficoltà che questa situazione vi crea, ma anche avere dei suggerimenti per rapportarvi in “modo più corretto” e sereno con vostro figlio.
Per ulteriori informazioni, contattate la nostra equipe di Esplosivamente.
D. R.