Vi sarà capitato di essere invidiati per qualcosa o di invidiare per qualcosa: “ha preso otto solo perché è il suo cocchetto” oppure: “ be si, il goal l’ha fatto, ma per pura fortuna!!” o ancora: “ma come fa lui così figo a stare con quella la, così brutta e cretina?”
E’ difficile trovare un invidioso che confessi di esserlo, l’invidia è un sentimento che si tende a reprimere, a nascondere, è considerato da sempre un sentimento negativo, scomodo, difficile da accettare ed inconfessabile…ma perché?
Un po’ di storia
Per la Chiesa, l’invidia viene vista come una manifestazione soprannaturale del diavolo, che, sotto le vesti di un serpente, ha indotto l’uomo al peccato e alla sofferenza tanto da essere poi punito e cacciato dall’Eden
Nell’Antica Grecia invece, Invidia era una divinità figlia della Notte e sorella della Morte, e viene descritta come una vecchia livida e scarna, con la pelle raggrinzita e una chioma di vipere somigliante ad una strega. L’immagine della donna vecchia, e quindi in un’età non più fertile, rimanda all’idea che non può nascer nulla dall’invidia.
L’etimologia della parola
La parola invidia deriva dal latino “in-videre”, cioè non vedere, guardare con sospetto, in modo maligno. Infatti, la preposizione “in” ha un duplice significato quella di negare e quella di dare un accento negativo al verbo.
Perché si prova invidia?
Una lettura interessante potrebbe essere quella che vede il sentimento dell’invidia, nascere da un senso di impotenza per lo più inconsapevole,e che fa percepire uno stato di inadeguatezza e di indegnità rispetto agli altri.
È un sentimento devastante perché potrebbe rendere impossibile la vita dell’invidioso il quale si consumerebbe al pensiero che ciò che non può ottenere debba essere distrutto.
Lo scopo è quello di non soffrire per aver visto una cosa molto desiderabile e non poterla possedere (Ho scoperto che lui è molto più determinato di me, io non sarò mai come lui, vorrei che non riuscisse a prendere quel lavoro che vorrei tanto anche io, solo così mi potrei sentire meglio!!!)
La reazione del soggetto invidioso, che rimane al livello inconscio, consiste nell’aver bisogno di neutralizzare l’altro che invece mostra di essere felice.
Nella sua forma più distruttiva, l’invidia non è emulazione dell’altro, ma è desiderio di distruggere ciò che non si può avere.
Pensiamo alla favola di Biancaneve, la conosciamo tutti,e pensiamo alla matrigna, la strega Ravenna, lei fa esattamente ciò che abbiamo appena descritto, ella non desidera ottenere la stessa bellezza di Biancaneve, ma di portargliela via.
Come si fa a non provare più invidia?
Effettivamente tentare di distruggere ciò che non si può ottenere potrebbe alimentare l’astio e la vergogna e, il probabile senso di colpa conseguente a questi sentimenti, potrebbe peggiorare le cose.
È importante trovare la soluzione alla sensazione di impotenza, cercando delle alternative nella propria vita, che risollevino la propria autostima.
“Proviamo a pensare ciò che si può fare grazie alle proprie capacità senza accanirsi su qualcuno, perdendo tempo ed energia, nel tentativo o speranza di distruggerlo”.
C.B.
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Ispirato e modificato da:
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