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Ti capita di aprire il frigo e divorare tutto quello che trovi senza riuscire a fermarti?

Quando sei triste o arrabbiata, quando senti di voler essere qualcun altro, il cibo può diventare un modo per coccolare quella parte di te ferita e inascoltata.

Così da un lato ti abbandoni a qualcosa che ti consola, dall’altro riempi il tuo corpo fino a farlo sentire satollo e dolorante, quasi non fosse più una parte di cui prenderti cura, ma un contenitore da riempire fino a farlo scoppiare.

Come riconoscere il limite tra il fuori pasto, lo spuntino e l’abbuffata incontrollata?

Spesso quest’ultima è accompagnata da vissuti di inadeguatezza, tristezza e rabbia; dopo aver mangiato in modo così automatico e vorace, ti accorgerai che le sensazioni che avevi prima torneranno con vissuti di autosvalutazione e sconforto, esattamente gli stessi che ti hanno spinto ad aprire il frigorifero.

Ci sono valide alternative per affrontare ciò che non va nella tua vita e chiederti quali possano essere potrebbe certamente aiutarti. Un primo passo è riconoscere le proprie emozioni, non utilizzando l’abbuffata come soluzione del problema, ma parte di esso. Gli articoli che troverai sul nostro sito ti saranno d’aiuto e se hai bisogno, sappi che è disponibile una chat on line, gestita da uno psicologo a cui potrai rivolgerti qualora avessi dubbi in tal senso.

Non sentirsi all’altezza, il senso di fallimento e vergogna ‘alimentano’ il circolo vizioso in cui ti senti incastrato. 
Appare quindi importante recuperare la ‘propria identità’ riconoscendo le emozioni messe da parte e attribuendo un significato diverso al cibo, non utilizzandolo come mezzo per ‘ingoiare’ i propri vissuti, ma rendendosi gradualmente capaci di ascoltarli.

L.I.