“Come sempre ogni mattina la sveglia squilla. Mio figlio si alza assonnato, fa colazione senza guardare in faccia nessuno, chiude la porta della sua camera e si siede davanti al computer per seguire le lezioni a distanza. Tra una lezione e l’altra lo vedo aggirarsi per casa in pigiama e mi chiedo quando deciderà a lavarsi. Il giorno dopo stessa storia e quando gli chiedo quando avrà intenzione di lavarsi mi risponde -domani, oggi non mi vedrà nessuno, ho lo schermo oscurato-”.
Se ti ritrovi in quanto scritto da una mamma di un ragazzo quattordicenne sappi che questa è una situazione frequente nelle famiglie con adolescenti ed ancora più frequente ora che l’imposta distanza dalla scuola consente di evitare il confronto sociale. Trascurare la propria igiene personale può però nascondere differenti significati che meritano un’osservazione accurata.
Lavarsi, come vestirsi, truccarsi, pettinarsi, è espressione della capacità di prendersi cura di sé stessi dunque trascurare questo aspetto ha spesso una valenza negativa. Non lavarsi può infatti nascondere aspetti depressivi ed essere l’espressione di una bassa autostima. Non lavandosi è come se tuo figlio dicesse: “non mi merito queste attenzioni”. Il rifiuto dell’igiene personale assume dunque la forma di un vero e proprio attacco contro se stesso. E’ come se con il non lavarsi tuo figlio sottolineasse di non valere, di non meritare cure e rispetto, è come se, con la sua trascuratezza cercasse di mostrare “lo sporco” ovvero ciò che di “sbagliato” sente dentro di sé.
Durante l’adolescenza tuttavia il non lavarsi può anche rappresentare un movimento di svincolo. In questo caso non lavarsi potrebbe essere un modo per allontanarsi, per autodeterminarsi e prendere finalmente possesso della proprio corpo, della propria persona. Il rifiuto di curare la propria igiene nasce perciò da una difficoltà di separazione e assume la forma di una protesta con l’obiettivo di sganciarsi dal mondo dell’infanzia e dal controllo dei genitori. Diventa dunque una sfida, un modo per ribellarsi ed affermare la propria autonomia esercitando un potere sull’unica cosa che sente di poter gestire: il corpo.
C.P.