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Paura di avere paura

Paura di avere paura

Martino ha 17 anni, è alto e magro, ha molti capelli, tantissimi, li porta in modo disordinato, sembra che ognuno segua una propria direzione, non presta molta attenzione al vestire, indossa la prima cosa che capita, ha un’aria stralunata e, se non fosse per i suoi occhi, piccoli come spilli e vivaci, si potrebbe pensare che sia appena atterrato da qualche pianeta lontano.

È attento Martino, osserva tutto e tutti, nota ogni piccolo particolare e si ricorda di tutto, anche le cose che sembrano poco importanti, ma fa così da sempre, almeno da quanto si ricorda lui.

Ha cambiato spesso città, ad ogni nuovo ciclo scolastico corrispondeva un nuovo trasferimento, così ha vissuto in tanti posti e in nessuno, i suoi amici sono cambiati continuamente, ed ora che frequenta il terzo anno di un liceo scientifico, già pensa al nuovo posto in cui andrà tra due anni.

A lui piacerebbe rimanere a Roma la città in cui è ora e poter frequentare l’università lì, senza dover cambiare tutto nuovamente anche perché adesso c’è Lisa, a lui piace molto, in effetti è molto carina, ma proprio non ce la fa ad avvicinarla, si sente goffo, inadeguato e poco interessante:“mi sento uno scemo e quando riesco a dirle due cose penso sempre che ho detto delle cose stupide, mi pento e vorrei sprofondare”

Della sua famiglia non parla molto, in generale non è un gran chiacchierone, la mamma è insegnante in una scuola media e il papà è spesso fuori per lavoro, ha una sorella più piccola Elena e anche se ha solo 8 anni a Martino piace molto, passa molto tempo con lei, tutti i giorni la va a prendere a scuola e molto spesso l’accompagna.

Lo scorso anno la sua famiglia ha vissuto un momento molto difficile, il papà, fuori per lavoro durante un pranzo con alcuni colleghi, inizia ad accusare dei disturbi alla vista: improvvisamente non riesce più a distinguere i colori, come se tutto intorno avesse perso tono, tutto bianco e nero.

Nei giorni seguenti la situazione peggiora: oltre a non distinguere più i colori non riesce a distinguere le sagome, tutto sfuocato, tutto bianco e nero, riesce a vedere solo grandi e piccole nuvole di grigio.

Successivamente la situazione degenera rapidamente, il papà di Martino non è più in grado di fare le cose autonomamente, vestirsi, mangiare, guidare tanto che Martino lo dovrà raggiungere con il treno per poterlo riportare a casa.

Seguono dei mesi difficili, e scongiurata la paura più grande, quella che fosse affetto da un cancro al cervello, si sottopone a numerose visite, incontra vari specialisti ma nessuno riesce a capire cosa abbia In questa gran confusione, le tenta tutte, prova a rivolgersi alla medicina alternativa, quindi cicli di agopuntura, varie erbe e strani colliri ma, nonostante l’assunzione di vari farmaci e numerose terapie , ad oggi il papà di Martino non ha una diagnosi, semplicemente non si sa cosa abbia avuto.

Martino racconta di questo periodo con poco trasporto emotivo, sembra raccontare qualcosa accaduto a qualcun altro, ma so che per lui non è stato affatto facile, era molto in ansia in quel periodo, spesso la notte si svegliava e accostava l’orecchio alla porta della stanza del padre per sentire se respirava e se il suo sonno era tranquillo o agitato, con il passare del tempo si era specializzato nell’ascolto del respiro e non aveva più bisogno di alzarsi dal letto, adesso riusciva ad isolare i respiri dei componenti della famiglia e a concentrasi su quello del padre per accertarsi che tutto andava bene e potersi addormentare.

In quei mesi, la maggior parte delle sue notti erano insonni, spesso disturbate e spesso pensava a cosa sarebbe potuto accadere se il padre fosse morto.

Nel corso del tempo il disturbo così come si era manifestato, scomparve ed ora il papà di Martino ha ripreso la sua vita normale e con lui tutta la famiglia.

Martino ha un buon rendimento scolastico e a scuola va volentieri, non ha molti amici ma non gli interessa tanto la quantità, quanto la qualità, con Tommaso e Luca sembra proprio divertirsi, spesso suonano insieme e fanno lunghe passeggiate per i parchi, parlano molto tra di loro, “di tutto, di qualsiasi cosa” mi dice, sembra che ora scorra tutto tranquillo, ma è da qualche tempo che appare preoccupato per qualcosa che nemmeno lui sa spiegare. Circa un mese fa, mentre stava seduto sul prato a chiacchierare con Luca ha iniziato a non sentirsi bene, non riesce a definire con chiarezza ciò che ha provato, mi racconta: “ improvvisamente ho sentito un fortissimo calore, tanto che ho iniziato a sudare, una sensazione terribile, il cuore sembrava uscirmi dalla bocca, era acceleratissimo e mi veniva da vomitare, non riuscivo a capire cosa mi stesse capitando, sembrava di impazzire e credevo di morire, pensavo stessi morendo davvero, avevo il terrore di morire” mi racconta questo tutto d’un fiato e continua: “non so cosa sia accaduto prima e cosa dopo, ho provato queste cose tutte insieme nello stesso momento, non so nemmeno quanto sia durato, lì per lì mi sembrava un’eternità, ma credo sia durato pochi minuti, forse secondi, per un po’ mi è rimasto un formicolio alle braccia e un gran senso di spossatezza, alla fine mi sentivo sfinito, stanco, avevo solo voglia di dormire”

La paura più grande di Martino adesso è che possa rivivere la stessa esperienza, ripete: “ è arrivata all’improvviso, senza che io me ne accorgessi….e se mi ricapita?”