di Violetta
Il contatto con la sua pelle mi brucia le dita.
– Chiudo gli occhi, ti vedo meglio.
Percorro il suo torace, mi ubriaco del suo odore,
traccio delle linee invisibili,
solo mie,
solo sue.
Il suo corpo decide dove devo andare, i lineamenti gentili mi guidano tra le costole,
sprofondo cuore e mente nell’incavo della sua pancia, descrivo con il tatto il profilo delle sue ossa.
I fianchi come ponti, mi portano alla schiena.
Faccio mio ogni dettaglio, il resto scompare, fuori tempo e fuori spazio,
c’è solo la forma della sua schiena: l’assaporo, impossibile saziarsene.
Mi perdo tra le vertebre, mi ritrovo sulle scapole, le disegno con il mio tocco, le cerco e ne ho bisogno.
– Ti ascolto, e ti sento.
Il cuore non mi segue, troppo presa dal cercarti, mi si confonde la testa,
e muoio sulla tua bocca.
Sei dove devo essere.